“Il Tuscolo” – dicembre 2008
A 150 anni dalla nascita dell’ultimo dei castrati
Ricordato Alessandro Moreschi, la voce d’angelo di Roma
di Mariangela Chianese
MONTE COMPATRI – A 150 anni dalla nascita, Alessandro Moreschi, l’ultima persona al mondo evirata in giovane età con la finalità di preservarne la voce da fanciullo, è stato ricordato con la presentazione del libro di Nicholas Clapton «Moreschi, the last castrato».
L’evento organizzato a Roma dall’associazione culturale «Alessandro Moreschi», lo scorso
30 novembre, presso la «Domus Talenti» in via delle Quattro Fontane, è stato patrocinato
dal comune di Monte Compatri con la collaborazione dell’associazione «Amici di Castel S. Angelo».
«Intendiamo aggiungere un ulteriore tassello alla ricostruzione della memoria di un llustre
cittadino monticiano», spiega Claudina Robbiati, presidente dell’associazione. «Proprio nel
150° anniversario della nascita di Moreschi – continua la Robbiati – vogliamo presentare la
prima traduzione in italiano del libro scritto da Clapton. I nostri più cari ringraziamenti vanno proprio al famoso musicista di Worcester, che cedendoci gentilmente i diritti, ha permesso di restituire la giusta considerazione ad un artista troppe volte dimenticato».
Il volume, tradotto da Giuliana Gentili, pubblicato dalle edizioni Controluce, infatti, ripercorre le tappe più importanti
della vita dell’Angelo di Roma. E’ proprio così che Moreschi è passato alla storia. Nato a Monte Compatri l’11 novembre
1858 e dopo severi studi di musica entrò nel coro della Cappella Sistina, ma cantò anche nel Coro della Cappella Lateranense, nelle università, nei salotti della «Roma bene» dove sfoggiò tutta la sua classe in un repertorio non solo sacro.
Scomparso all’età di 64 anni, Moreschi mantenne per tutta la vita un singolare aspetto giovanile. Quella di Moreschi è l’unica testimonianza riversata su supporto magnetico del canto di un castrato, 17 brani di vario genere, frutto di registrazioni effettuate fra il 1902 e il 1904 rintracciabili su etichetta Opal.
«La qualità com’è facilmente intuibile è scarsa, consumata dal tempo e penalizzata dalla tecnologia dell’epoca. Nonostante tutto – conclude la Robbiati – siamo in presenza di una testimonianza storica unica».