La prima biografia del famoso cantante monticiano sta per essere pubblicata a Londra. L’autore del libro, Nicholas Clapton, ha voluto inviare a Controluce questa breve nota .
Può sembrare strano che un musicista inglese sia il primo scrittore di una biografia sul grande cantante monticiano Angelo Moreschi, “L’Angelo di Roma”, ma così è … una cosa imprevedibile. Quanto a me, sono un cantante della nostra tradizione “anglicanissima” – cioè un controtenore – ma mi sono sempre sentito poco anglicano come musicista con piuttosto una vera simpatia per la musica italiana, sopratutto quella barocca dei famosi castrati.
Allora, due anni fa sono stato presentato a una giovane, simpaticcissima signore tedesca, proprietaria di una casa editrice in Chelsea, specializzata in biografie. Stavamo in un “party dopo concerto”: avevo appena finito una recita nella chiesa di St John’s, Smith Square a Londra. Questa signora mi chiese: “Dimmi qualche nome di musicisti interessanti che sono ancora senza biografia”. Ho suggerito Moreschi, e una settimana dopo arrivò il mio contratto: sarebbe il mio primo libro, e devo dire che mi sento un poco ansioso.
Cominciai le mie ricerche con molto piacere: volevo scrivere una storia generale dei castrati come primo capitolo, e non era difficile trovare una abbondanza di libri, articoli, e cosi via. Quanto alla storia d’Italia nella seconda metà dell’Ottocento era uguale. Del Moreschi stesso già sapevo qualcosa, specialmente delle straordinarie incisioni che aveva fatto, ma pensavo che il mio lavoro sarebbe stato molto difficile; purtroppo era vero! Incontrai piccole notizie di lui: un lemma in un dizionario di musica, una nota a piè di pagina in una “Storia del canto”, un quasi introvabile articolo in un giornale musicologico italiano degli anni ‘70, ma presto mi resi conto che il mio soggetto era, o era divenuto, un personaggio vissuto nelle ombre della storia e degli eventi importani del suo tempo: la sua vita cominciò sulla egemonia di un Papa e terminò sul Fascismo.
Fu evidente che un viaggio in Italia sarebbe stato essenziale (che piacere!), e l’anno scorso sono venuto a Roma per “assalire” la Biblioteca Vaticana. Con il gentile aiuto dell’archivista della Cappella Sistina, Dottore Marco Lauciani, l’entrata era facilissima. Questa biblioteca ha una reputazione “difficile” nel mondo accademico, che non merita: oggi l’efficenza non manca e il personale è molto cortese e servizievole. Ho trovato delle cose molto interessanti: la storia del ritorno di Moreschi a Montecompatri nel 1892 per una festa del 25o anniversario della salvezza della città dal colera per l’intercessione della Madonna del Castagno; la curiosa discesa del suo nemesis Don Lorenzo Perosi, Direttore della Cappella Sistina, in una follia quasi-calvinistica.
Ma mancava qualcosa – il personaggio di Moreschi mi scappò. Dunque, per mettermi sulle sue tracce, in una mattina grigia dell’autunno romano, presi il treno locale da Termini a Frascati e poi un bus per arrivare alla Piazza Garibaldi di Monte Compatri. Dopo un po di “zig-zag” fra il Municipio (grazie, Signora, ancora non conosco il Suo nome!), la ‘Pro Loco Monte Compatri 2000’ (grazie Signor Franco Gattari), Signora Casciella della Biblioteca, e sopratutto Padre Errigo, che cercó tanto per me negli archivi parrochiali, arrivai … Adesso avevo scoperto la famiglia di Moreschi, e potevo anche vagare un poco nelle vie della vecchia città e sentire l’ambiente della sua gioventù. Che bella la “zona vecchia” di Monte Compatri, dove, almeno in quel giorno della mia visita, il rumore di un furgone ancora sembrava una rara e strana intrusione. Avevo anche la fortuna di gustare la cucina monticiana (grazie Signora Polenta!), e, così “fortificato” tornai alla Città Eterna.
Tornai anche in Inghilterra a battere sulla tastiera del mio computer – e che possibilità ci sono nel internet! Non di meno il sito di questo giornale – utilissimo! Ma anche, con due e-mail, trovai la tomba di Moreschi nel vasto Cimitero del Verano, con un “click” trovai un sito dettagliatissimo sulla storia italiana, e così quasi infinitamente via.
Nondimeno, i mezzi tradizionali della ricerca possono essere tuttavia utili; feci due visite al Newspaper Library del British Library in un sobborgo desolato nel nord di Londra, dove ci sono, fortunatamente, anche giornali italiani del passato. In uno di quelli, negli ultimi minuti di una giornata frustrante di ricerca, perché improduttiva, trovai per caso la notizia della morte, sepoltura e Messa di Requiem di Alessandro Moreschi nel Giornale d’Italia del 22, 25 e 30 Aprile 1922. L’opinione generalemente accettata nel mondo della musicologia è che Moreschi è morto solo e scordato, ma in verità non era così. Forse la cosa più straordinaria era che la musica per la sua Messa da Requiem era stata diretta dal Maestro Lorenzo Perosi, il Direttore della Cappella Sistina che aveva scacciato ogni castrato dal suo coro. Ma infatti, come era scritto nel detto Giornale: ‘Per la grande amicizia che lo stringeva a lui, il Maestro ha voluto dirigere la Messa funebre di suffragio … in San Lorenzo in Damaso, con il concorso dei più bravi cantori di tutte le Cappelle di Roma.’ Sembrarebbe che l’ultimo viaggio che fece Moreschi in questo mondo era stato immerso nel pubblica e pieno d’encomio ed amicizia.
Già sapevo, per esempio col loro bravo “Coro Alessandro Moreschi”, che nella sua città natale il Moreschi non era affatto dimenticato. Spero che il mio libro potrà diffondere un po’ di luce sulla sua vita e presentarlo a un pubblico nuovo.
“Alessandro Moreschi, the last castrato”, pubblicato da Haus Publications a Londra (ISBN 1-904341-77-2), uscirà nelle librerie il 30 novembre – per adesso solo in inglese, ma una edizione italiana è progettata. In pochi giorni arriveranno due copie della versione originale nella Biblioteca Civica di Montecompatri.